Il mito dei Gemelli divini

Pubblicato il da Joao Pedro Laurentzius Ribeiro

Statua rappresentante uno dei Dioscuri, Campidoglio (Roma)

Statua rappresentante uno dei Dioscuri, Campidoglio (Roma)

Il mito dei fratelli divini é presente in numerosissime culture del mondo antico. I maya credevano che da una divinitá primigenia ermafrodita fossero nati quattro fratelli, responsabili della creazione dell´universo e degli uomini. Nel Visnu Purana (testo sacro hindu che ha come oggetto Visnu nella sua forma suprema, Baghavat, come forma creatrice e organizzatrice dell´universo) Krishna e Balarama sono fratelli nonché manifestazioni avatariche (incarnazioni) di Visnu e insieme compiono numerose gesta eroiche. In Egitto varie divinitá primordiali erano fratello e sorella nonché sposi: ad Eliopoli era venerata l´Enneade, un gruppo di nove divinitá a cui faceva capo Ra, dio della creazione. Da Ra erano poi nati Shu e Tefnut, rispettivamente simboli del secco e dell´umiditá che a loro volta generarono Geb il dio della Terra e Nut, la dea del cielo e della volta stellata. Geb e Nut ebbero invece quattro figli: Iside e Osiride, Neftis e Seth.

Nel mito Osiride e Seth sono fratelli e rivali, il primo rappresentando le forze civilizzatrici e l´ordine mentre il secondo le forze devastatrici del caos. Seth attraverso un inganno uccise il fratello e ne smembró il corpo in 13 pezzi, che gettó in diverse parti della terra. Ma Iside, sorella e moglie di Osiride, riuscí a ritrovarne i pezzi (eccezion fatta per il fallo) e lo ricompose attraverso un atto magico. Secondo gli egizi Osiride era stato il primo faraone a regnare sull´Egitto, ma una volta ritornato in vita non poté piú regnare e al trono gli successe il figlio Horus: questo lo vendicó, sconfiggendo Seth e bandendolo dal paese. In alcune versioni tuttavia le due divinitá si riconciliarono, a simboleggiare l´unificazione del paese attraverso l´unione dei due regni: quello dell´Alto e quello del Basso Egitto.

Analogamente alla figura del carro dei tarocchi, il mito rappresenta il contrasto di due forze opposte: quelle razionali e apportatrici di civiltá e quelle irrazionali rappresentate dalla forza non ancora guidata dal pensiero e proprio per questo distruttiva. Nella carta appunto le due energie sono rappresentate da due sfingi (o talvolta cavalli), una bianca e l´altra nera. Ma come ben ricorda la figura dell´imperatore che guida il carro, tenendo il controllo delle redini legate alle sfingi, cosí similmente Horus non distrugge in modo definitivo Seth, ma lo affronta e lo integra di nuovo all´interno del sistema nel mito della riconciliazione: é il percorso dell´anima, che attraverso la conoscenza dei suoi lati piú primitivi e oscuri ne ottiene il controllo e ne reindirizza l´energia, prima grezza ora consapevole. Il segno dei gemelli, appunto, é un segno doppio proprio per questo: la dualitá del segno é spesso stata demonizzata in un´ottica negativa ma altro non é che espressione inconscia della continua lotta tra Osiride e il fratello. Seth e come lui Plutone sono l´energia ctonia della Kundalini, un´energia potente in quanto parte divina che giace addormentata alla base della colonna vertebrale (in corrispondenza quindi al primo chakra) e che solo la pratica spirituale dell´autoconsapevolezza risveglia fino alla sua canalizzazione nell´ultimo chakra, quello della corona. 

 

Il mito greco dei Dioscuri. Zeus, che certo non rappresentava il ritratto del marito fedele, in una delle sue numerose prodezze amatorie si trasformó in cigno per amare Leda, regina di Sparta, in assenza del di lei marito Tindaro. Ma accadde che il re fece ritorno proprio quella notte e volle giacere assieme alla moglie. Piú tardi Leda ebbe quattro figli gemelli, due divini avuti da Zeus (Elena e Polideuce/Polluce) e due mortali (Clitennestra e Castore). Si dice che Castore e Polideuce fossero abilissimi atleti, il primo famoso guerriero e domatore di cavalli ed il secondo miglior pugile dei suoi tempi: entrambi vinsero premi ai Giochi Olimpici e parteciparono a numerose avventure, tra le quali anche quella del vello d´oro. Un giorno entrarono in rivalitá con i figli di Afareo (anch´essi gemelli) Ida e Linceo e durante uno dei numerosi scontri che ebbero Castore rimase ucciso. Quando poi Polideuce come figlio di Zeus ascese al cielo, volle che il fratello condividesse con lui gli onori divini: fu cosí che Zeus concesse ai gemelli che potessero ognuno trascorrere a turno un giorno sull´Olimpo e un giorno nel regno dei morti. Inoltre per rendere omaggio all´amore dei due fratelli, immortaló per sempre le loro figure creando la costellazione dei Gemelli.

Mentre i gemelli Castore e Polideuce rappresentano un lato solare ed eroico del mito, Elena e Clitennestra ne sono il contraltare lunare ed anti-eroico. Clitennestra diventa sposa di Agamennone re di Micene dopo che questi ne uccise il marito, Tantalo. Elena come apprendiamo dall´opera di Omero, l´Iliade, non sembra inizialmente godere di maggior fortuna: sposatasi con Menelao re di Sparta, verrá poi rapita da Paride e ritenuta responsabile della terribile guerra di Troia. Sono il simbolo di un femminile sottomesso al mondo patriarcale, un femminile insidioso e portatore di sventura. Le due donne avranno tuttavia un destino alquanto diverso, riflesso della loro condizione natale: Clitennestra, figlia di un mortale, ucciderá il proprio sposo con l´aiuto del suo amante e verrá poi uccisa a sua volta dai figli, decisi a vendicare la morte del padre. Elena, figlia di Zeus, verrá riscattata da Menelao nella conquista di Troia e infine divinizzata una volta ascesa al cielo.

Da questi miti vediamo come il segno dei Gemelli esprima la necessitá di equilibrare i diversi impulsi che regolano il suo pensiero: la sua dualitá che lo rende conscio delle diverse realtá esistenti, gli imprimono una forte curiositá che lo portano spesso ad essere dispersivo e incapace di terminare ció che inizia. Il suo lato solare e luminoso, fatto di socievolezza arguzia e giocositá molte volte si oscura a causa del suo lato lunare, delle sue paure e delle sue insicurezze. Suo compito é quello, cosí come ci insegna il carro nei tarocchi, di fondere le due energie attraverso la luce dell´intelletto (rappresentato da Mercurio, suo pianeta reggente), senza rimanere vittima dei suoi stessi demoni interiori. 

 

Ermafrodito. Figlio di Afrodite (l´amore) e Hermes (l´intelletto), Ermafrodito rappresenta il livello evolutivo piú alto del segno dei Gemelli, livello caratterizzato da completezza e armonia. Si dice che il giovane avesse una natura ibrida, presentando organi sessuali sia maschili che femminili: simbolicamente é il frutto dell´unione delle energie femminili-lunari a quelle maschili-solari, la pienezza dell´essere completo che ha imparato ad accettare ed integrare i diversi aspetti del sé. Secondo il mito comune Ermafrodito é un giovane bellissimo, di cui si innamora la ninfa Salmace: egli tuttavia le nega l´amore e mentre entrava in un lago, Salmace si avvinghió a lui chiedendo agli dei di potersi congiungere all´amato senza mai doverne essere piú separata. Cosí Ermafrodito e Salmace divennero una cosa sola. L´interezza di Ermafrodito quindi é il risultato di un´evoluzione, di una metamorfosi ("trasformarsi"), di un incontro tra polaritá: é in questo stato mentale di calma e continuo e armonioso scambio energetico di polaritá opposte che ha origine ogni forma di creativitá. 

 

Bibliografia

I miti greci, Robert Graves

Gli dei e gli eroi della Grecia, Karoly Kerenyi 

L´ermafrodito dormiente, Museo del Louvre (Parigi)

L´ermafrodito dormiente, Museo del Louvre (Parigi)

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